Diritto dell'Unione europea
Un diritto in continuo divenire
Dai trattati istitutivi di Roma del 1957, che affondano le proprie radici nella conferenza intergovernativa di Messina dell'1 e 2 giugno 1945 presieduta da Paul-Henri Spaak, al trattato di Lisbona del 2009 che ha dato i natali all'Unione europea; dalle storiche sentenze Dassonville, Cassis De Dijon, Rayners, Van Gend & Loos e Costa c. Enel della corte di giustizia della Comunità europea, al mandato di arresto europeo, all'ordine d'indagine europeo, alla procura europea ed all'innovativo spazio di liberà, sicurezza e giustizia; dalla "doppia" convenzione di Bruxelles del 1968, concepita a margine del trattato di Roma, al regolamento (UE) 1215/2012 (c.d. Bruxelles I-bis); dalla libera circolazione delle persone e delle merci al mutuo riconoscimento delle decisioni penali e civili degli Stati membri nel contesto dello spazio giudiziario europeo, il diritto comunitario, anche grazie all'incessante ed innovativo attivismo giudiziario della corte di giustizia dell'Unione europea, permea continuamente i diritti nazionali, sempre più spinti ad uniformarsi ad esso.
Si è passati dall'iniziale affermazione delle classiche libertà mercatorie (libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali) nel contesto di un'unione doganale di stampo squisitamente mercantilistico, all'attuale riconoscimento del valore costituzionale dei trattati, nel rinnovato panorama eurounitario offerto dal trattato di Lisbona e dalla avveniristica carta di Nizza-Strasburgo che esalta i diritti fondamentali dell'uomo, la tutela dei dati personali, la lotta alle discriminazioni ed alle diseguaglianze, il riconoscimento del diritto alla vita privata e familiare e dei valori di solidarietà e di rispetto della dignità umana.
Come può facilmente intuirsi, si tratta di uno scenario estremamente ampio, in continuo divenire, di estrema rilevanza sotto il profilo pratico, che non solo è rivolto al futuro ma anche a nuove ed avvincenti sfide interpretative.